Cattiva digestione (dispepsia): sintomi, cause e rimedi

Una digestione cattiva o lenta, il cui termine più corretto è dispepsia, è un fenomeno molto comune che riguarda entrambi i sessi. Sintomi e cause possono essere vari, così come i rimedi: approfondiamo di seguito l’argomento.

Esistono due tipi di dispepsia: una organica e una funzionale. La dispepsia organica è correlata a un danno o una lesione a carico dell’apparato gastrico. La dispepsia funzionale, invece, esula dalla presenza di una lesione strutturale, per cui tutte le indagini diagnostiche a carico di organi e tessuti sono negative. Secondo i cosiddetti “Criteri di Roma”, una diagnosi di dispepsia funzionale può essere fatta se i disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale si presentano per almeno sei mesi, sempre in assenza di un’alterazione organica strutturale tale da poterli giustificare.

Quali sono i sintomi di una cattiva digestione?

La sintomatologia legata ai disturbi digestivi dipende essenzialmente dal tipo di dispepsia e dalla gravità della stessa. Coloro che esprimono difficoltà digestive possono manifestare sintomi più o meno frequenti e con intensità variabile.

Cattiva digestione: sintomi

In linea generale, una cattiva digestione presenta i seguenti sintomi:

  • Bruciore di stomaco e senso di acidità
  • Gonfiore e crampi addominali
  • Sensazione di pienezza post prandiale
  • Sensazione di sazietà precoce
  • Meteorismo e flatulenza
  • Mal di pancia
  • Alterazione dell’alvo, con alternanza fra stitichezza e diarrea
  • Nausea
  • Vomito

Dispepsia: quali sono le cause che la provocano?

A questo punto è necessario capire quali siano le cause di una cattiva digestione. Nella dispepsia organica, i succitati disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale dipendono da lesioni e danni a carico dello stesso. Tra questi si annoverano, ad esempio:

  • Gastrite
  • Duodenite
  • Pancreatite
  • Epatopatie
  • Calcoli alla colecisti o alle vie biliari
  • Uso prolungato di FANS o di antibiotici, farmaci gastrolesivi
  • Intolleranze alimentari
  • Allergie alimentari

Una volta individuato il problema attraverso specifiche e mirate indagini diagnostiche e di laboratorio, è possibile curare la causa e migliorare, in contemporanea, anche la sintomatologia.

Un po’ più complicato, è il discorso inerente le cause di una dispepsia funzionale. Appurata l’assenza di un danno organico, infatti, occorre procedere per tentativi e ad esclusione, modificando anche le proprie abitudini alimentari, annotando gli eventuali benefici riscontrati.

Cattiva digestione: cause

La dispepsia funzionale è un disturbo tipico soprattutto del mondo occidentale e industrializzato, per via della grande quantità di cibo disponibile, dei cambiamenti nelle abitudini alimentari e nello stile di vita. Se, da un lato, il progresso ha naturalmente apportato numerosi vantaggi, anche in termini di cibi prontamente disponibili, i ritmi di vita sempre più stressanti e frenetici hanno notevolmente modificato la nostra routine rendendoci spesso inclini a mangiare troppo, troppo poco oppure male. È per questo motivo che nella dispepsia funzionale le cause sono per lo più legate allo stile di vita e alla sfera psicologica ed emozionale:

  • Stress
  • Ansia
  • Alimentazione scorretta, troppo ricca di cibi grassi
  • Fumo
  • Alcol
  • Sedentarietà

Cattiva digestione: i rimedi per combatterla

Una cattiva digestione dovuta a danni strutturali, e dunque di natura organica, richiede l’intervento di una specialista che, in base alla problematica riscontrata dai referti diagnostici, potrà suggerirne il trattamento terapeutico migliore.

Se i disturbi sono di natura occasionale e legati a una dispepsia di tipo funzionale, può essere opportuno ricorrere ad alcuni farmaci che favoriscano la digestione (procinetici), allevino i dolori e i crampi addominali (antispastici), riducano l’acidità gastrica e il reflusso (antiacidi, inibitori della pompa protonica, idrossido di alluminio e di magnesio), ansiolitici e rilassanti.

È buona norma evitare il più possibile le cure fai da te, ma chiedere comunque il parere del proprio medico per avere le indicazioni terapeutiche più adatte al proprio caso.

Maggiori vantaggi si ottengono se alla cura farmacologica si accompagna un cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari. Sebbene non esista una correlazione automatica fra l’ingestione di alcuni cibi e la comparsa di digestione difficoltosa (un soggetto sano è capace di digerire qualunque tipo di alimento commestibile), è naturalmente essenziale innanzitutto ridurre il carico calorico del singolo pasto per non forzare oltremodo l’apparato gastrointestinale. La digestione è, infatti, un processo che richiede un gran dispendio di energia da parte dell’organismo, per cui più un pasto è abbondante in termini di calorie e di grassi, più è probabile che vi sia un rallentamento della sua digestione.

Cattiva digestione: rimedi

Ecco allora alcune raccomandazioni da portare in tavola, per scongiurare una cattiva digestione:

  • Evitare di consumare porzioni troppo abbondanti ed elaborate, meglio optare per più pasti da distribuire equamente nell’arco dell’intera giornata, aggiungendo se necessario pure degli spuntini a metà mattina e metà pomeriggio.
  • Evitare di stendersi sul letto subito dopo aver mangiato.
  • Masticare con calma per facilitare il processo digestivo e limitare l’assunzione di aria.
  • Preferire, di norma, cibi più leggeri come verdura fresca, frutta, carni bianche, pesce azzurro e ridurre piatti ricchi di grassi e condimenti.
  • Limitare l’uso di alcolici e bibite gassate.
  • Può essere utile ricorrere a infusi o tisane che stimolino la digestione e limitino la formazione di aria addominale, come le bevande a base di finocchio, anice, zenzero.

Altre strategie da poter mettere in atto riguardano per lo più la sfera emozionale.

Cattiva digestione: l'importanza della sfera emozionale

Ritagliarsi dei momenti per se stessi, rallentando i ritmi serrati quotidiani, dedicarsi a una pratica sportiva, uscire a passeggiare all’aperto, nel verde, frequentare un corso di yoga: sono tutti piccoli e semplici suggerimenti che possono aiutarci ad allentare le tensioni e ridurre lo stress causato dalla vita moderna, che possono avere un riscontro diretto anche sulla normale funzionalità dell’apparato digerente. Non a caso l’intestino è considerato il secondo cervello dell’organismo.

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Pubblicato da Caterina Perfetto

Biologa Nutrizionista, laureata in Scienze Biologiche presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", perfezionata in Igiene Alimentare, Nutrizione e Benessere. Amante di scrittura, musica, libri, del buon cibo, ancora di più se accompagnato a del buon vino, Caterina collabora con Everli da novembre 2020.

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