Giuggiole: proprietà, benefici e origini

Tra settembre e i primi di ottobre arrivano a maturazione le giuggiole, frutto antichissimo oggi purtroppo meno diffuso rispetto ad altri, ricco di buone proprietà nutritive e ideale per uno spuntino goloso e sano. Vediamo più nel dettaglio perché può essere un’ottima idea aggiungerle al menù di fine estate.
Calorie e valori nutritivi delle giuggiole
Elementi principali
Giuggiole (100 g) | |
Acqua | 77,86 g |
Energia | 79 kcal |
Proteine | 1,2 g |
Grassi | 0,2 g |
Carboidrati | 20,23 g |
Minerali
Giuggiole (100 g) | |
Calcio | 21 mg |
Ferro | 0,48 mg |
Magnesio | 10 mg |
Fosforo | 23 mg |
Potassio | 250 mg |
Sodio | 3 mg |
Zinco | 0,05 mg |
Vitamine
Giuggiole (100 g) | |
Vitamina C | 69 mg |
Tiamina | 0,02 mg |
Riboflavina | 0,04 mg |
Niacina | 0,9 mg |
Vitamina B6 | 0,081 mg |
Vitamina A, RAE |
Fonte: USDA Food Composition Databases
Osservando le giuggiole dal punto di vista nutrizionale, si nota la presenza di abbondante vitamina C, molto utile al sistema immunitario quando inizia a rinfrescare e durante il cambio di stagione. Buona anche la componente di flavonoidi, dall’azione antiossidante, la presenza di provitamina A e di vitamine del gruppo B. Le giuggiole sono note per le loro proprietà digestive, particolarmente spiccate quando vengono consumate in forma di liquore o di sciroppo. La presenza di mucillagini e antrachinoni le rende inoltre utili in caso di intestino pigro.
Un altro impiego noto delle giuggiole in fitoterapia è legato alla loro azione antinfiammatoria per gola e bronchi. A questo scopo, e come rimedio per la tosse, si consumano in decotto, facendo bollire i frutti privati del nocciolo e lasciando riposare il liquido almeno una decina di minuti prima di filtrarlo e berlo con l’aggiunta di un cucchiaio di miele. Nella medicina tradizionale cinese le giuggiole sono anche considerate un buon rimedio contro nervosismo, insonnia e stati d’ansia. Le giuggiole sono talvolta utilizzate anche in cosmetica per la produzione di creme e unguenti, come estratto naturale dall’azione antietà.

Un etto di giuggiole fresche apporta circa 80 calorie. Tra i minerali presenti in buone quantità troviamo potassio, calcio, fosforo, magnesio e ferro. La percentuale di acqua nel frutto fresco è vicina all’80%, i grassi sono irrilevanti. Le giuggiole si possono consumare direttamente appena raccolte oppure fare essiccare. Una volta essiccate, come tutti i frutti concentrano nutrienti e zuccheri, diventando più caloriche. Il valore energetico per 100 grammi di giuggiole essiccate è di circa 290 calorie.
Quando sono ancora poco mature il sapore delle giuggiole è acidulo e ricorda vagamente la mela, per diventare via via più dolce e zuccherino con il passare del tempo. Anche il colore varia notevolmente in base al grado di maturazione, da verde-arancione a rosso scuro, mentre la buccia raggrinzisce fino a rendere le giuggiole simili ai datteri.
In cucina le giuggiole mature possono essere aggiunte all’impasto di plumcake, torte e biscotti e sono ottime per realizzare marmellate e conserve. Un’ottima soluzione per conservarle nel tempo, considerato che la stagionalità è piuttosto breve, è sciropparle o metterle sotto spirito.
Non si conoscono particolari controindicazioni al consumo di giuggiole, servirà accortezza solo nel considerare la componente zuccherina, piuttosto alta soprattutto nei frutti essiccati, sconsigliati in caso di iperglicemia.
Origini, varietà e diffusione

Il giuggiolo, chiamato anche dattero cinese, è un arbusto spinoso apprezzato come pianta ornamentale oltre che come pianta da frutto. Noto in Cina e in India da tempi antichissimi, è stato importato e diffuso nell’area del Mediterraneo dai Romani. In Italia la coltivazione delle giuggiole si concentra in alcune zone della Toscana, dell’Emilia-Romagna e del Veneto. Ad Arquà Petrarca, sui colli Euganei, viene anche prodotto per infusione un liquore tipico, dolce e aromatico, a bassa gradazione alcolica: il Brodo di Giuggiole. Digestivo e ottimo in svariati abbinamenti, ha tra i suoi ingredienti anche mele cotogne, melograno e uva.
L’espressione “andare in brodo di giuggiole” indica una smodata contentezza, con riferimento evidente alla bontà e alla dolcezza del frutto maturo e del succo che ne deriva.
Oltre al giuggiolo classico, che dà frutti piuttosto piccoli e ovoidali, esistono alcune varietà alternative della pianta, come il giuggiolo mela, il giuggiolo pera e il giuggiolo fungo, che si distinguono per i frutti di maggiori dimensioni e di una forma particolare che ricorda appunto rispettivamente mele, pere e funghi.

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