Tipi di noci: quante varietà ne esistono?

Numerose, diverse tra loro e alcune di notevole interesse in cucina. Quando si parla di noci è necessaria però una precisazione. Tra l’uso corrente del termine e la definizione botanica di noce non c’è sempre una precisa corrispondenza. Anche circoscrivendo il discorso alle varietà di noci più accessibili e diffuse, in alcuni casi avremo a che fare con semi e in altri con drupe, che solo l’uso comune fa rientrare sotto la voce noce.
La noce comune è, ad esempio, una drupa secondo la definizione scientifica, essendo naturalmente dotata di una polpa (il mallo), eliminata per liberare il seme. Sarebbe invece da considerarsi una noce propriamente detta la nocciola, in quanto frutto secco caratterizzato da un guscio legnoso che va a racchiudere un seme commestibile. Per semplificare possiamo quindi dire che ci occuperemo qui di noci nel senso più ampio del termine, ovvero di quelle che sono chiamate noci per convenzione, indipendentemente da quanto questo possa essere perfettamente calzante dal punto di vista botanico.
Tipi di noci: 8 varietà da conoscere
Noce comune

Frutto del noce bianco (Juglans regia), ne consumiamo da tempi antichissimi il seme racchiuso dall’inconfondibile guscio legnoso. Dotata di ottime proprietà nutritive, la noce è particolarmente versatile dal punto di vista gastronomico, abbinandosi perfettamente a ingredienti dolci (frutta, cioccolato, miele) e salati (formaggi, insalate). In Italia tra le varietà di noci più rinomate troviamo le noci di Sorrento e le noci di Romagna, versione nostrana delle californiane Chandler.
Noce Pecan

L’albero della noce Pecan è originario dell’America del Nord e appartiene alla stessa famiglia del noce bianco, le Juglandaceae. Il seme che andiamo a mangiare è un gheriglio allungato, scuro e dal gusto burroso. Le noci Pecan sono molto utilizzate nell’industria dolciaria e trovano facilmente impiego anche nella preparazione casalinga di torte e biscotti. Vantano buone proprietà nutritive, tenendo però presente che sono particolarmente energetiche: circa 700 calorie all’etto. L’Italia può contare su una piccola produzione nostrana di noci Pecan nelle regioni del Sud.
Noce del Brasile
L’albero delle noci brasiliane (Bertholletia excelsa) produce un frutto con un guscio non edibile, simile per dimensioni a un cocco, all’interno del quale sono contenuti i semi eduli commercializzati come noci del Brasile. Dal punto di vista nutrizionale sono ricchissime di grassi, in larga parte polinsaturi e monoinsaturi, oltre che di fibre, vitamine e minerali. Sono utilizzate nell’industria alimentare anche per la produzione di olio.
Noce di Macadamia

Detta anche noce del Queensland, per la sua origine nel Nord-Est dell’Australia, è il seme commestibile di una pianta sempreverde, la Macadamia integrifolia. Rotonde, saporite e dolci, al netto dell’apporto calorico le noci di Macadamia sono da considerarsi particolarmente salutari in ragione del mix di vitamine, minerali e antiossidanti contenuto al loro interno. Trovano ottimo impiego in pasticceria, oltre che come snack, tostate e salate.
Noce di cocco
Frutto della palma da cocco, la noce di cocco è nota per le qualità della sua polpa, del latte e dell’acqua che se ne può ricavare. Ne abbiamo parlato più diffusamente qui.
Noce moscata

Si tratta del seme decorticato del Myristica fragrans, albero originario delle Molucche, ed è utilizzata notoriamente come spezia per la sua notevole fragranza. La parte esterna che avvolge il seme è chiamata macis ed è ugualmente utilizzabile in cucina, spesso in abbinamento ad altre spezie.
Noce di Cola
È il seme contenuto nei frutti di diverse specie di Cola, un genere di piante sempreverdi originarie dell’Africa occidentale e diffuse in diverse aree tropicali, incluso il Sudamerica. Amare e astringenti, le noci di cola sono conosciute per l’effetto eccitante e tonificante dovuto all’alta concentrazione di tannini, caffeina e teobromina.
Noce d’acagiù

Più nota come noce di anacardio (Anacardium occidentale), è di origine brasiliana ma ampiamente coltivata anche altrove, nei climi tropicali. La parte edibile anche in questo caso è il seme privato del guscio e, precedentemente, della polpa. Ricco di grassi buoni, vitamine e minerali, l’anacardio è un seme oleoso che si consuma tostato, come snack o come ingrediente di pasticceria, oltre che per arricchire insalate miste e in abbinamento a carni bianche.

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